Nei prossimi giorni Luca Gotti tornerà alla Spezia. Per ora sta allestendo il suo staff insieme a Pecini mentre il contratto, abbozzato ma non ancora firmato, è ormai ai dettagli. Sarà il terzo allenatore in tre anni di Serie A dello Spezia, con mentalità, gestione e prospettive diverse rispetto ai predecessori Italiano e Motta. Il Secolo XIX prova a ricostruire i motivi della scelta di Gotti, raccontando il percorso che ha convinto lo Spezia a puntare sull’ex Udinese.
Tra le prime idee c’era Andrea Pirlo. Una trattativa appena abbozzata, perché il club lo ha ritenuto poco esperto per una piazza come Spezia. Oltre ad avere un costo – il suo e quello dello staff – impegnativo. Anche Francesco Farioli era tra i papabili. Un nome tornato di moda dopo i colloqui avvenuti sia un anno fa che in inverno, quando con Motta poteva finire. Anche in questo caso la giovane età del tecnico è risultata un fattore, spingendo lo Spezia a non rischiare. I contatti ci sono stati anche con Nenad Bjelica, reduce da esperienze molto positive all’estero. Le sue idee – si legge – sono però lontane dalla politica dei Platek. Il suo è un ruolo di mister-manager, alla Ferguson, ritenuto non adatto dai proprietari americani. Tra i più esperti, in cima alla lista c’era Aurelio Andreazzoli, stimato da Pecini ma con poca elasticità sullo staff. Nel cassetto c’erano anche i nomi di Stroppa e Ranieri: il primo è stato depennato con la promozione in A del Monza, il secondo è un sogno, ma anche un tecnico fuori target per un discorso economico.
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