Quando Riccardo Pecini, direttore sportivo dello Spezia ha scelto Luca Gotti per la panchina dello Spezia, non era ancora arrivata la sentenza del Tas di Losanna. Col blocco del mercato scongiurato – scrive Il Secolo XIX – il Ds ha ampi margini di manovra. Sebbene avesse previsto di puntare decisamente sul blocco granitico dei fedelissimi al progetto Spezia. La scelta di Gotti è orientata in questa direzione: il tecnico ex Udinese ha dimostrato di essere persona saggia, un autentico equilibratore che non ama le rivoluzioni o gli stravolgimenti tattici. Proprio quello che auspica la famiglia Platek nel costruire il proprio progetto. L’allenatore originario di Adria, in provincia di Rovigo, ha dimostrato fin dagli albori della sua carriera di avere una mentalità aperta. Dagli esordi coi Giovanissimi del Milan, fino a livello internazionale con l’Europa League conquistata da vice di Maurizio Sarri al Chelsea. Non è un pragmatico, com’era il suo predecessore. Pecini, memore dei cattivi rapporti gestionali con Thiago Motta, ha puntato su un tecnico che sa adattare i propri schemi ai calciatori a disposizione. L‘allenatore ideale per rivalutare la rosa aquilotta nella sua interezza e dare nuova linfa a qualche calciatore, come Nzola, accantonato per motivi disciplinari.
A luglio il budget (con le cessioni?): presto il summit Pecini-Gotti