Sulle colonne de Il Secolo XIX questa mattina in edicola troviamo un’interessante intervista al portiere spezzino Bartlomiej Dragowski, uno degli stakanovisti di Gotti, che insieme a Nzola ha giocato tutte le partite in programma. E dire che è arrivato fra gli ultimi in squadra dopo un lungo tira e molla immediatamente correlato alla vicenda Provedel: “Non ci ho pensato due volte ad accettare lo Spezia – racconta – volevo tornare subito a giocare” esordisce. Nonostante i pochi giorni di inserimento e una preparazione fatta in solitaria, il portiere è partito subito titolare contro il suo ex Empoli e non ha più perso un solo minuto di gioco.
Continuità
“È un primato che mi fa piacere, credo che per ogni giocatore poter scendere in campo dopo aver lavorato tutta la settimana sia la cosa più bella” racconta. Anche in ottica Mondiale, ovviamente: giocare significa avere visibilità ed essere presi in considerazione, seppur per i portieri sia un po’ diverso. Drago in Polonia ci andrà, anche se la concorrenza di Szczesny è davvero dura da battere: “Non mi illudo di poter giocare, ma spero di essere confermato nelle scelte. Lui è il numero uno indiscusso, io sono consapevole del mio ruolo in Nazionale, poi chissà” le sue parole. E poi un po’ di curiosità: da Boruc, idolo da bambino, fino a Donnarumma, suo portiere italiano preferito, definito “impressionante” da avversario. Ma anche allo Spezia, intanto, così come a Firenze, ha trovato più di un connazionale: “Con Kiwior e Reca mi trovo benissimo, ma anche con il resto della squadra. Siamo un grande gruppo e ci alleniamo in un clima di sana competizione” spiega Dragowski.
Obiettivi
Se l’ambientamento è andato alla grande, ora Bart comincia a delineare i propri obiettivi per la stagione. Fin qui lo Spezia ha incassato 17 reti come Sampdoria e Verona e meglio solo della Cremonese, con una difesa forse troppo perforata, specialmente in trasferta. Ma giusto non fare drammi: “Da portiere non fa nessuna differenza se difendiamo a tre o a quattro. A Empoli giocavo con tre difensori e pure a Firenze nel primo periodo. Io devo comunque fare le stesse cose” spiega. Proprio nell’ultima gara di Monza, il diagonale di Carlos Augusto non sembrava irresistibile, come conferma lo stesso estremo difensore: “Mi sono ritrovato in una posizione sbagliata e con il peso del corpo sulla gamba sinistra. Non sono riuscito ad andare sulla palla né con la gamba né con il braccio. La posizione era giusta ma ho sbagliato il movimento” la sua disamina. Obiettivo migliorarsi, dunque, come sempre: “So fare tante cose, ma nessuna alla perfezione. Per questo desidero migliorarmi in tutti gli aspetti, dal gioco con i piedi, alle uscite, agli uno contro uno“. Per la salvezza serviranno anche le sue parate: “Speriamo di raggiungere l’obiettivo il prima possibile – racconta – tutto passa dal campo e già domenica prossima dovremo dare una svolta. In casa il nostro pubblico è il dodicesimo uomo“.