Una carriera da giramondo, inseguendo un sogno: vestire la maglia della propria città. Poi realizzato, seppur soltanto per poco tempo, complici regole meno stringenti sui giovani del vivaio e qualche scelta del club. Ma le soddisfazioni sono comunque arrivate, fra promozioni in B e salvezze clamorose, l’ultima delle quali con il Cosenza, diventato quasi una seconda casa. Mirko Bruccini non ha scordato le sue origini spezzine, perché proprio nella città che rappresenta tutto per lui torna ogni weekend, anche dalla sua nuova squadra, il Franciacorta, Serie D. Altro calcio, naturalmente, ma stessa immutata passione per il pallone.
“Vivo con la mia famiglia sul Lago D’Iseo, sto molto bene qui, ma a Spezia torno ogni weekend, perché non posso farne a meno” racconta. E anche lo Spezia è un amore mai sopito, nonostante qualche rimpianto: tanto che Bruccini segue ancora ogni singola partita delle Aquile ed è informatissimo sulla squadra. Lo abbiamo contattato in esclusiva quale doppio ex di Spezia-Cremonese, avendo vestito nel 2014 anche la casacca grigiorossa, facendone uscire qualcosa di interessante.
Segue lo Spezia sempre da vicino, partiamo così: questi tre anni di Serie A che effetto le fanno?
Qualcosa di sicuramente inaspettato, ma il club ha fatto molto bene in questi anni e anche in questo campionato è partito molto bene avendo tutte le carte in regola per ottenere un’altra salvezza tranquilla. Penso sia quello l’obiettivo principale.
A distanza di tempo quanto rimpianto c’è per non essere riuscito a indossare per tanto tempo la maglia della sua città?
Sicuramente c’è. Era il mio sogno da ragazzino, ho avuto l’opportunità di giocare nello Spezia per tre anni dopo aver fatto la trafila nel settore giovanile, però giocavo poco e c’erano meno regole nei giovani. Si faceva più fatica a farsi notare, però diciamo che ho bei ricordi. Il primo anno abbiamo vinto la Coppa Italia, il secondo (2006) abbiamo vinto il campionato. Peccato che non sia continuata la mia avventura nel Golfo. Poi ho avuto comunque altre occasioni per togliermi soddisfazioni importanti.
Da giocatore che ricordo ha del Picco? Lo stadio cittadino è sempre più un fattore nei campionati delle Aquile…
Lo ricordo bene, in tutte le sue facce. Sia da tifoso (andavo sempre in Curva quando ero nel settore giovanile) incitare la squadra è qualcosa di incredibile, da giocatore è ancora più emozionante. Giocare al Picco è una cosa bellissima: entrare e trovare la Curva piena sulla destra mette i brividi. In quello stadio ho giocato anche da avversario alcune volte: la prima volta con la Pro Patria in Coppa Italia e due volte con il Cosenza. L’ultima volta ho anche segnato, anche se il pubblico non c’era. Mi aspetto che il tifo di Spezia possa essere ancora una volta il dodicesimo uomo in campo.
Lo dimostra il fatto che tutti e 8 i punti siano arrivati in casa. Lo 0 alla voce trasferta deve preoccupare?
Lo Spezia deve sfruttare questa situazione del fattore campo, cercando di fare più punti possibili. Il calendario fin qui non ha aiutato lontano da casa, contro tutte big. Mi auguro che possano cominciare ad arrivare punti anche dalle prossime gare contro squadre più alla portata. Certo è che quella con la Cremonese sia una gara cruciale.
Che gara si aspetta con i grigiorossi?
Tosta. Tutte e due le squadre hanno un obiettivo importante: lo Spezia vuole allontanare la zona calda e la Cremonese uscirne. Sarà una partita bella. Guardando la rosa avversaria ci sono tanti giocatori che hanno poca esperienza in A. Conosco Okereke, Baez (che ho visto a Cosenza): sono una buona squadra, mi aspetto una bella gara.
Le chiedo anche di Bastoni che conosce bene, spezzino come lei. Il suo infortunio è una brutta botta…
Lo conosco bene, avendolo incontrato diverse volte anche da avversario. Purtroppo non sarà disponibile per quasi un mese e sarà una bella perdita. In mezzo al campo va forte.
Che pensiero ha su Gotti? Un allenatore più di esperienza rispetto ai predecessori.
Italiano e Motta sono stati allenatori importanti per lo Spezia, sicuramente Gotti porterà la sua esperienza e capacità di leggere le partite in corso. Penso che possa fare bene anche lui, portando la squadra verso l’obiettivo principale. Penso sia alla portata del club.
Secondo lei questa rosa è incompleta?
Sicuramente c’è sempre da migliorare, credo che la dirigenza farà le sue valutazioni per gennaio. Sicuramente la pausa Mondiale sarà un’incognita. Sarà un mese e mezzo di stop lunghissimo e bisognerà vedere come le squadre reagiranno: mi preoccupa di più quello e come la squadra gestirà la situazione.
Infine, uno sguardo alla Serie A: è il Napoli in questo momento la grande favorita per lo scudetto?
Sicuramente il Napoli sta facendo vedere cose incredibili, gioca con una semplicità incredibile, quasi come se gli avversari fossero birilli. Mi piace molto anche l’Udinese, che sta facendo molto bene. Penso che le tre big (Milan, Inter e Juve) arriveranno bene in fondo, con i friulani che possono essere una vera e propria mina vagante.