Sulle pagine de La Nazione oggi in edicola si torna a parlare della rosa dello Spezia, in attesa delle ultime partite in programma prima della sosta. La sconfitta con la Fiorentina resta ancora una ferita aperta, soprattutto perché arrivata quando ormai Gotti pregustava un punticino che avrebbe contribuito a migliorare classifica e morale. Curiosamente, si legge, ricorreva anche un anno esatto da un’altra partita contro i viola, quel netto 3-0 al Franchi che vedeva Vlahovic mattatore ma anche Provedel sugli scudi. Allora per Motta scattò più di un campanello d’allarme, poi rientrato con la vittoria contro il Torino, che consentì di toccare quota 11 e respirare. In quella particolare circostanza, ricorda il quotidiano, furono decisivi due fattori: il recupero di Erlic e il lancio di Kiwior, in quella posizione che fu proprio di Sala, match-winner della gara con i granata.
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Il raffronto di quello Spezia con quello di oggi racconta di una squadra battuta per la prima volta in casa meritatamente. Solo un super Terracciano ha evitato il peggio alla Fiorentina, ma anche per Gotti c’è ora bisogno di invertire la rotta nelle tre partite rimanenti, che inizieranno dal sabato di San Siro e culmineranno nella gara del Bentegodi. Il tecnico è saldo sulla panchina, ma è inevitabile che in caso di altri risultati complicati qualche riflessione si possa fare. Il quotidiano sottolinea la bravura dell’allenatore nel rivitalizzare Nzola, ma non per colpa sua non sono più in organico quattro leader come Provedel, Erlic, Maggiore e Manaj, che con caratteristiche diverse erano molto importanti per l’ossatura della squadra. Il 3-5-2 spesso orchestrato dal tecnico di Adria ha portato a qualche dubbio ed ora servirà la massima umiltà, cercando di fare il massimo possibile con il materiale a disposizione. Secondo il focus le soluzioni ci sono e la conoscenza a uno come Gotti non manca: forse serve un pizzico di coraggio e convinzione in più.
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