Campeggiano un po’ su tutti i quotidiani oggi in edicola le parole di Eduardo Macia in conferenza stampa, in cui ha affrontato i temi del prossimo futuro dello Spezia. Il Secolo XIX, nel citare le considerazioni del dirigente sivigliano, sceglie il termine “umiltà ambiziosa” citato più volte dall’uomo mercato. Ripartendo dalle 15 giornate appena trascorse, la squadra ha chiuso con il miglior avvio in A di sempre grazie a un equilibratore come Gotti. Ma c’è da migliorare, soprattutto nei minuti finali delle partite e nell’intensità del gioco, oltre che negli aspetti mentali.
Idee chiare
Macia mostra da subito un viatico definito, con parole nette: anticipare i tempi e la consapevolezza di poter avere un certo potere contrattuale: “Non vogliamo vendere tanto per fare ma trattare con le big. Non possiamo vendere a chi deve salvarsi, ma al Bayern Monaco, tanto per fare un esempio“. Tre giocatori, un attaccante esperto che aiuti Nzola, due centrocampisti e pure un elemento duttile, magari. Senza trascurare le uscite. Non Holm e Kiwior, per i quali il dirigente “non ha sentito nessuno“, ma che in ogni caso fino a giugno non si muoveranno. Altri, invece, sì: “Magari qualcuno ha finito un percorso. Altri, come Nguiamba, non rientrano nei piani. Ferrer ad oggi non è coinvolto e la crescita di Holm ha penalizzato lui e Amian“. Bastoni, Gyasi, Verde, la gente vuole idoli e bandiere: “Chi la porta nello Spezia? Lo so io, ma questo non lo dico” la chiosa.