C’era anche Daniele Verde ieri sera alla presentazione del libro dedicato alle Aquile “Spezia, tre anni in Paradiso” scritto a quattro mani da Marco Ferrari e Armando Napoletano. Un racconto appassionato di una squadra che ha scalato le gerarchie e le serie minori fino a diventare protagonista in Serie A, con due giocatori sul palcoscenico mondiale e un 10 pronto a regalare ancora giocate spettacolari al pubblico del Picco. Proprio Verde, presente all’evento, si è detto emozionato di sentire un racconto che lo riguarda da vicino: “Bellissimo sentire le vicende di questa piazza sportiva, in un percorso di carriera che metto al primo posto – le parole riportate da Il Secolo XIX – perché è stato grandioso arrivare allo Spezia e rileggere insieme i momenti più importanti“.
Orgoglioso
Quindi, il fantasista certifica l’attaccamento alla maglia: “I tre anni vissuti in maglia bianca sono una vita e per me essere riconosciuto come un ottimo giocatore dello Spezia vale come essere in un top club. Ognuno ha la sua categoria, ma qui un giocatore non ha nulla da invidiare ad altre piazze, anzi: allo Spezia ho trovato un calore che poche altre volte ho vissuto in passato. Per questo spero di continuare ancora a lungo a vestire questa maglia” le sue parole. “Ho giocato in stadi molto grandi, dall’Olimpico ad Atene, ma i tifosi sono così lontani… al Picco è un’altra cosa, li senti dietro di te che partecipano ad ogni istante di gioco. Per noi sono una risorsa fondamentale” racconta.
Lavoro da fare
Dopo 14 reti in 57 presenze e assist innumerevoli, ora Verde cerca la prima gioia anche in questa stagione: “Gioco d’istinto – spiega – e certe idee mi vengono naturali. Ringrazio Dio per avermi dato queste doti e voglio continuare così“. Insieme agli altri elementi chiave della rosa come Gyasi, Bastoni, Nzola e Agudelo (fra gli altri), Verde fa ormai parte dello zoccolo duro: “Sono cambiate diverse cose, a partire dai giocatori, ma è importante che alcuni siano rimasti. E chi è arrivato quest’anno sa che deve dare il massimo. Io sono arrivato grazie a Meluso, che porterò sempre nel cuore perché mi ha aspettato fino alla fine. Mi ha parlato come un padre, convincendomi a firmare“. E ora, a partire da gennaio, la città aspetta anche i suoi gol.