Il Secolo XIX oggi in edicola dedica un focus a Bartlomiej Dragowski, portiere dello Spezia ieri rientrato in campo a tempo di record dopo il grave infortunio di Verona. Il polacco fa parte di quella generazione forte e coraggiosa, come ce ne sono tanti di quel Paese in Serie A e non solo: Skorupski e Szczesny solo per citarne due, non dimenticando però Tomaszewski, Fabianski, Dudek o Boruc. L’ex Fiorentina e Celtic è un vero e proprio mito per Drago, tanto che il quotidiano trova comunanza anche in questa situazione: ai tempi della Scozia, Boruc chiede infatti di giocare anche da infortunato per non saltare l’Old Firm. Ieri il portiere dello Spezia ha fatto lo stesso.
Scelta giusta
Alla fine ha fatto bene Gotti a metterlo in campo. Ieri il tecnico aquilotto aveva tutto da perdere nell’accettare le insistenze del suo giocatore, che chiedeva a gran voce di tornare in gruppo e a disposizione. Drago si sentiva di rischiare, ha voluto farlo e il campo ha parlato chiaramente. L’estremo difensore ha giocato una partita semplice e decisiva, di carisma e da migliore in campo, tranquillizzando ogni elemento della squadra fin da primo pallone. Un recupero a tempo di record, iniziato subito dopo quel 17 novembre che aveva visto la lesione di ben tre legamenti. E nessuno ieri se n’è accorto.
DRAGOWSKI: “STO BENE, FELICE PER IL RIENTRO MA MENO PER IL PARI”
GOTTI: “APPLAUDO IL GRUPPO, ABBIAMO GESTITO BENE LA GARA”
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