È tornato – eccome – protagonista in campo, bruciando le tappe e risultando pure decisivo nella partita con il Lecce. Il bruttissimo infortunio di Verona è ormai alle spalle e adesso la testa è concentrata più che mai sul campo. I tifosi lo amano e con lo Spezia ha instaurato un rapporto già molto speciale nonostante non sia nemmeno un anno che veste la maglia bianca. Bartlomiej Dragowski, in una lunga intervista rilasciata a Tuttosport, ha analizzato il suo momento, il ritorno dall’infortunio e la gran voglia di salvezza dello Spezia. “Volontà, voglia, lavoro di preparatori e fisioterapisti. Volevo fortemente riprendermi da quello che il destino si era portato via” la sua ricetta per tornare più forte di prima. Un Mondiale visto dalla tv quando invece la valigia era già pronta, fra le lacrime dei cari e la percezione da subito che non sarebbe un problema da poco lo scontro con Lasagna.
Percorso
Drago non dimentica le origini a Byalistok, addirittura da esterno alto prima di innamorarsi della porta. L’altezza come filo conduttore, ma anche la determinazione e l’abnegazione, l’idolo assoluto Boruc, tanto che “a un certo punto facevo quello che faceva lui, parlavo come lui“. Quindi lo Jagiellonia e il trampolino verso la Serie A grazie all’agente Kulesza, pur senza conoscere l’italiano: con Sousa nessuna fatica, ma con Pioli dovette imparare l’italiano a tutti i costi. Poi la conoscenza di Provedel ad Empoli e un bellissimo rapporto che dura ancora oggi: “Interminabili le telefonate con i bambini in braccio, si è meritato tutto quello che ha conquistato e mi ha spinto allo Spezia” ricorda.
Nuova vita
Proprio lo Spezia è stata una volta di più la scelta giusta per Drago: “Ho scelto la piazza migliore che potessi in questo momento. Mi vogliono in Inghilterra? Non sono uno sprovveduto, è impossibile programmare con esattezza. Sarà quel che sarà” le sue parole. Ma intanto in maglia bianca ha già cominciato a togliersi delle soddisfazioni e ora il sogno è la salvezza delle Aquile: “La squadra è unita, con Gotti si sta bene, è uno che parla chiaro e la voglia di fare un’impresa è tutto per un ambiente piccolo come questo. Ora è arrivato anche Zurkowski, mio amico polacco. Ci darà una grande mano, nell’ultima partita che abbiamo fatto insieme ha corso per 13 chilometri, è instancabile“. Magari partendo già da domenica, quando sulla strada dello Spezia ci sarà Vanja Milinkovic-Savic: “Una vecchia conoscenza – dice Dragowski – contro cui ho giocato in Polonia. Persi quella sfida e non ho intenzione di replicare“.
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