Lo Spezia è rimasto imbattuto in tutte le tre sfide di Serie A giocate contro l’Empoli da quando ha toccato con mano il sogno della massima serie, grazie a una vittoria e due pareggi, tutti fondamentali. Il nullo al Castellani dell’anno scorso arrivò nel momento più delicato, dopo la vittoria col Venezia e prima di ben quattro sconfitte di fila, e praticamente mise la squadra di Motta nella condizione di gestire il finale con molta calma. Quello della prima giornata di quest’anno costituisce un capitale, che Gotti ancora sfrutta e che ha permesso un avvio più docile. Solo contro il Cagliari, lo Spezia ha disputato più incontri in A senza mai perdere (con i sardi due vittorie e altrettanti pareggi, valsi anche questi due salvezze).
Se non è un talismano, questo Empoli, poco ci manca. Così come si può dire di Paolo Zanetti, che lo scorso anno nell’andata al Penzo, pagò con il suo (allora) Venezia pegno pesante in casa contro gli aquilotti, perdendo per un eurogol di Bourabia nel finale. Nel ritorno, dopo una sfida coraggiosa, a firmare praticamente la sua retrocessione, anticipata dall’esonero, fu la rete di Gyasi allo scadere nello scontro diretto decisivo del Picco. Quest’anno, come scrive Il Secolo XIX, la sua avventura a Empoli è iniziata con la sconfitta ancora contro lo Spezia, la sua autentica bestia nera.
Il piccolo retroscena
Il lavoro che sta facendo oggi in Toscana, però, è forse il migliore mai realizzato nella sua giovane carriera. Prima dell’idea Italiano, proprio Zanetti era in lizza per diventare il nuovo tecnico dello Spezia, del post Pasquale Marino. Poi Angelozzi virò verso l’italo tedesco. Ma lo Spezia, chissà perché, è rimasto sempre sulla sua traiettoria.