22 Febbraio 2023 - 17:05

Nikolaou: “Tifosi fondamentali per noi. Amo la città e il mare. Sogno? La Premier League”

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Il difensore aquilotto Dimitrios Nikolaou ha partecipato a una chiacchierata con DAZN nella rubrica DAZN Talks, dedicata ai calciatori di Serie A. Il centrale dello Spezia ha parlato del campionato in corso, dei suo compagni di spogliatoio e dei suoi sogni per il futuro. Di seguito tutte le considerazioni di Nikolaou.

Sui tifosi dello Spezia: “Ho sempre detto che è una città e una piazza molto calda, che mi fa divertire. Sanno tutti che non è facile giocare qui al Picco. Il campo è stretto e i tifosi si fanno sentire”.

Sulla sua corsa verso i tifosi nel prepartita:Appena entro in campo carico spesso i tifosi. Mi fa sentire bene e al tempo stesso voglio far capire loro quanto sono importanti per noi. 

Sul suo modo di vivere le partite:Sì, mi arrabbio tanto e la vivo così. Tanti amici dicono che lo faccio apposta ma non è così. Voglio vivere così le partite, ogni volta che entro in campo devo dare tutto e fare il massimo. Fuori dal campo sono più tranquillo e scherzoso. In campo mi dicono che ho un’espressione da duro”.

Sul suo idolo calcistico:Caratterialmente mi piaceva tanto Carlos Puyol. Tra i difensori greci? Prima Moras, adesso prenderei qualcosa da Manolas o da Papastathopoulos. Sono amico con Kyriakopoulos e Lykogiannis, ogni tanto ci sentiamo”.

Sullo spogliatoio dello Spezia:Agudelo è uno che massacriamo quando perde le partitelle. Ma è un ragazzo molto bravo”.

Sul suo sogno:Vorrei giocare in Premier League e tornare a giocare la Champions League. Penso sia il miglior campionato al mondo, tipo la NBA del calcio. Gli stadi sono pieni e c’è un’altra atmosfera”.

Su Kiwior:Quando è andato via ci siamo sentiti. Lui è un ragazzo tranquillissimo, ma piano piano in campo ha fatto vedere le sue qualità ed è cresciuto tanto. Non mi aspettavo che andasse già all’Arsenal ma sono molto felice per lui, ha ancora la possibilità di crescere. Piano piano conoscerà il calcio inglese e farà tante belle cose”.

Sul gol al Camp Nou con l’Olympiakos:Lo sento ancora come un sogno. Non dimenticherò mai questa esperienza. Era il 93′, ho visto la palla entrare e ho poi ho realizzato di averlo fatto al Camp Nou. Paura? Lo fa il giorno prima, quando fai l’allenamento. Ma in campo poi sei concentrato soltanto sulla partita”.

Sulla curva Ferrovia e i cori: “La curva si fa sentire ogni secondo quando giochiamo. Sono con noi nel bene e nel male. Mi piace quando cantano”Abbiamo lo Spezia nel cuore”.

Sulla città e sul mare:Mi piace il mare. Sono un ragazzo di mare ed è una bella città, ha il mare e tanti posti molto belli vicino. Mi piace guardare il mare e andare a pescare, ogni tanto in estate vado”.

Sugli attaccanti:Messi per me è il migliore di tutti, ma il più difficile da affrontare è stato Suarez. Tra loro ci sono automatismi incredibili e quella col Barcellona fu una partita molto difficile. In campo però penso a fare il mio, chiunque ci sia davanti”. 

Sul dualismo tra Ronaldo e Messi:Sono entrambi i migliori al mondo, ma sono diversi. Penso che Messi sia migliore, ma quando li affronti sono entrambi impressionanti”.

Sul più difficile da marcare in Serie A:Osimhen. Ha troppa fame, corre tanto, gioca per la squadra e vedi che vuole fare gol”.

Sui compagni allo Spezia:Non abbiamo un Messi. Giochiamo tutti per lo stesso obiettivo, far vincere la squadra. Non ci aggrappiamo a un giocatore in particolare. Siamo tutti forti e ognuno deve dare il suo per la squadra. Verde? Lui è forte tecnicamente, ma anche Nzola fisicamente ci dà una mano enorme. Sono entrambi importanti per noi. Ha caratteristiche che hanno in pochi. Quest’anno ha fame e vuole fare bene per la squadra e sé stesso”.

Sul gruppo:Siamo tutti bravi ragazzi, ognuno col suo carattere. Siamo uniti, lo spogliatoio lo vivi bene. C’è chi scherza di più, tipo Holm, e chi scherza meno, tipo Bourabia”.

Su Holm:Ha fame e lo ha dimostrato anche in campo. Si tratta di un giocatore e una persona forte. Deve continuare a crescere, non basta fare bene sei mesi o un anno, il difficile è continuare a fare bene. I suoi scherzi? Lui li fa a me, io li faccio a lui (ride, ndr). Ancora non parla bene italiano e lo prendiamo in giro per questo”.

Sul numero 43:Il 43 è stato il mio primo numero di maglia nel calcio, all’Olympiakos. E da quel giorno è sempre stato il mio. Asta? Nessuno vuole il 43 (ride, ndr)“.

Sull’Europeo vinto dalla Grecia nel 2004:Avevo sei anni, ero a casa con la mia famiglia. Li vedevo festeggiare e lo facevo anche io, ma ho capito l’importanza della cosa molti anni dopo. Anche lì tutti i bambini vogliono diventare calciatori, ma è difficile. Io ho sempre voluto diventare un calciatore”. 

Sul futuro nel calcio:Vorrei rimanere in questo mondo ma nella vita non si sa mai. Adesso penso che vorrò fare l’allenatore. Mi piace aiutare ed essere sempre positivo, quando le cose vanno bene ma anche quando vanno male”. 

Sulla salvezza:Certo che ci crediamo. Riusciremo a farcela”. 

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