I tifosi dello Spezia intanto si stanno preparando a invadere il Mapei Stadium, in una delle trasferte più vicine del campionato, nonostante la collocazione di venerdì alle 18.30 sia fatta apposta per dissuadere i tifosi dall’andare allo stadio. Il calcio italiano negli ultimi anni assomiglia sempre più a un grande negozio che non tiene in alcun conto le esigenze dei suoi clienti, gestito ad uso e consumo delle televisioni, come se poi fosse un prodotto commercialmente appetibile mostrare degli stadi mezzi vuoti. I tifosi spezzini in questo desolante panorama costituiscono ancora una bella eccezione, capaci di essere spettacolo nello spettacolo e vero dodicesimo uomo, al punto da far pagare dazio anche all’Inter. La Serie A, tra le altre cose, sta avvicinando tanti bambini e nuove leve al campo, garantendo, nonostante il crollo demografico degli ultimi decenni che ha investito città e provincia, un buon ricambio generazionale.
Filippo, il baby motivatore di Nzola
Venerdì sera, all’ingresso delle squadre, a molti spettatori dei distinti non è sfuggito un buffo particolare: mentre le squadre sfilavano, con ogni giocatore che veniva accompagnato da un bambino che lo teneva per mano, quello che accompagnava Amian camminava con la testa all’indietro parlando fitto fitto a Mbala Nzola che lo seguiva dietro di lui. Il ragazzino si chiama Filippo, ha dieci anni e più o meno ha detto così: «Senti, Mbala, questa partita la dobbiamo vincere, è troppo importante. Mi devi promettere che stasera farai due gol». Nzola non ha fatto una piega, è stato ad ascoltarlo fino a centrocampo e poi gli ha detto «Non ti preoccupare, ti prometto che ci penso io». E così è stato, con il bomber assoluto protagonista con l’assist per Maldini e il rigore decisivo a pochi minuti dalla fine. Così, La Nazione ha deciso di fare un appello alla società: di qui alla fine Filippo sempre a fianco di Amian, sempre girato verso Nzola.
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