Quella di domenica scorsa è stata prima di tutto una bella giornata di sport, che ha visto protagonisti i tifosi di Spezia e Salernitana, notoriamente amici ormai dal 2006. Ma questo non ha cancellato qualche interrogativo sulla gestione della tifoseria ospite, soprattutto nella gradinata, letteralmente occupata dai tifosi ospiti. I tanti tagliandi acquistati hanno così creato commistione fra i settori, in un colpo d’occhio anche rischioso per l’ordine pubblico.
Politica sbagliata
La Nazione sottolinea come gli effetti di spinta dello stadio “amico” potessero essere ulteriormente apprezzati con una politica diversa: per esempio estendere la prelazione a oltre il 27 marzo oppure limitare l’accesso ai possessori di Eagle Card. Il quotidiano sottolinea come in partite come queste la posta in palio sia enorme e vada tenuto conto delle potenzialità del pubblico aquilotto, che in questo momento non è oltre gli 8.500-9.000 esponenti. Questo anche per i prezzi nelle tribune, oltre al fatto che – comprendendo la provincia – il bacino d’utenza va poco oltre le 210.000 unità ed è impensabile raggiungere (subito) numeri roboanti. Se poi mancano agevolazioni per fedelissimi e famiglie è tutto più difficile. A chiosa, si evidenzia come – dati alla mano – la campagna abbonamenti sia stata deludente: 4.435 tessere sono poche per l’attaccamento che la piazza ha alla squadra, mai da sottovalutare. Insomma, accrescere i sostenitori di casa allo stadio sarebbe un vantaggio per tutti.
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