E così ci siamo arrivati. Che lo Spezia fosse il primo padrone del proprio destino non è mai stata una novità, ma adesso il difficile pare essere proprio la possibilità di rimanere pienamente artefici della propria corsa per non retrocedere. Una situazione che pareva impronosticabile fino a qualche settimana fa, per non parlare di novembre, quando il Verona veniva ricacciato in fondo alla classifica dal 2-1 del Bentegodi. Di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia: un Mondiale, un mercato, anche un cambio in panchina per le Aquile, ma pure una classifica che oggi è più che mai ingarbugliata nella zona bassa.
Tutto riaperto
Il Verona, fra cadute e ribaltoni clamorosi, ha recuperato tutto lo svantaggio nei confronti dello Spezia, fino all’aggancio arrivato ieri sera nella vittoria contro un Bologna di Motta ben lontano parente di quello ammirato in altre occasioni, oltre a una serata da dimenticare per il direttore di gara Mariani. L’Hellas ha avuto dalla sua – va detto – almeno un paio di circostanze fortunate: il regalone per il 120° compleanno di Consigli, la traversa di Osimhen a Napoli e pure il gol divorato ieri da Orsolini, ma il calcio è anche questo e, quel che è giusto, per salvarsi non si può soltanto sperare nelle disgrazie altrui. La classifica (con i gialloblu con una partita in più) dice 26 punti per entrambe, con il Lecce risucchiato pienamente a 28 e la Salernitana tornata a guardarsi le spalle a 30. L’Empoli (32) ha un po’ più di margine, ma c’è da credere che non saranno 8 partite a cuor leggero nemmeno per gli azzurri toscani.
Fuori il carattere
Ora tocca allo Spezia. Se per il Verona abbiamo fatto un discorso anche legato alla risalita, alla squadra prima di Gotti e poi di Semplici è invece andato davvero tutto storto. A differenza della gestione Motta, che ha avuto una bella dose di buona sorte oltre ai risultati, i due tecnici aquilotti della stagione attuale hanno dovuto fare i conti con situazioni tutt’altro che rosee: infortuni cronici, partite gettate nel finale ed episodi girati male. Oggi il punto è chiaro: lo Spezia non può più sbagliare. Stasera in casa della Sampdoria servono i tre punti, vincere o niente. Un successo non ridarebbe solo slancio alla classifica, ma eviterebbe anche il verificarsi di qualcosa mai accaduto in A: lo Spezia terzultimo. Nelle due annate precedenti, al di là delle ultime due quasi sempre staccate, anche sulla terza squadra in zona rossa le Aquile hanno sempre mantenuto un buon cuscinetto di vantaggio, che ora invece non c’è. Oggi, con questa classifica, sarebbe invece un testa a testa con il Lecce possibile coinvolto a quota 28, in un finale fratricida nel quale anche le Aquile sarebbero pienamente coinvolte. Adesso, però, serve quello che chiede Semplici: coraggio e ambizione, senza se e senza ma. Lo Spezia deve finalmente badare al sodo, portare via punti pesanti con sostanza e abnegazione, perché la rosa ha le qualità per potersi salvare. Salvarsi è possibile, ma le Aquile devono continuare a poter dipendere solo da loro stesse.
LO SPEZIA SPERA NELLE VARIABILI EUROPEE: MA QUANTE INCOGNITE DA QUI ALLA FINE…