È inutile negarlo, l’assenza di M’Bala Nzola contro il Monza e di sicuro contro l’Atalanta mercoledì, complica terribilmente i piani tattici di Leonardo Semplici in questo rush finale nella corsa per la salvezza. Tutti auspicano che il risentimento muscolare di Nzola non sia grave come quello precedente, dove fu costretto a saltare dal 22 gennaio ben quattro partite con Roma (0-2), Bologna (0-2), Napoli (0-3), Empoli (2-2) e rientrò con la Juventus (0-2) il 10 febbraio scorso nel finale, 31 minuti al posto di Agudelo. Lo staff sanitario e tecnico sperano in un recupero lampo sabato 6 maggio nella delicata trasferta con la Cremonese o al più tardi nella partitissima al “Picco” con il Milan domenica 14 maggio. I numeri di Nzola parlano da soli, 49 reti in carriera su 175 presenze suddivise tra Virtus Francavilla, Carpi, Trapani e le ultime 4 stagioni allo Spezia dove ha firmato 30 reti in 87 presenze. L’esplosione in questa stagione dopo la difficile convivenza l’anno precedente con Thiago Motta. 13 reti in 26 gare, il feeling ritrovato con la società e la tifoseria a suon di prestazioni è anche merito del sottile lavoro psicologico di Luca Gotti la scorsa estate. Quando i tifosi vedevano il bomber aquilotto raddoppiare gli allenamenti giornalieri con sedute supplementari con il proprio preparatore al campo “Tanca” negli orari più disparati. Nelle ultime settimane le sirene di mercato da oltre Manica e soprattutto della Lazio, alla estenuante ricerca di un vice Immobile sempre più insistenti. Lo Spezia con Nzola è una squadra e senza è un’altra, cambia radicalmente l’approccio tattico alla partita. L’angolano è infatti attaccante moderno, capace di giocare nel lungo, vedi il gol a Firenze dopo il rinvio di Dragowski e quindi dettare la profondità, ma anche nello stretto, proteggere palla per far salire la squadra, partecipare al gioco, andando incontro alla palla per muovere le difese avversarie. In rosa, come scrive Il Secolo XIX, Semplici non ha un altro attaccante con queste caratteristiche tecniche e fisiche. Nzola sa giocare spalle alla porta quando è necessario, andare incontro alla palla per creare spazio per l’inserimento degli attaccanti laterali (Gyasi e Verde) o dei centrocampisti interni (Agudelo, Ekdal e Bourabia). Dove Nzola ha fatto passi da gigante è nelle posture, infatti riesce sempre a mettersi frontale alla porta in base alla posizione della palla. Questo gli permette, rispetto all’avversario, in caso di palle filtranti negli ultimi venti metri, di essere in vantaggio, in quanto il difensore sarà infatti costretto a girarsi e a perdere tempo prezioso.
Semplici a lavoro per sostituirlo
Come potrà il tecnico spezzino sostituire una punta che ha praticamente tutto, ottima tecnica, controllo di palla, tiro micidiale da dentro e fuori area, forza esplosiva, velocità e smarcamento? Senza snaturare l’assetto tattico, un’alternativa corretta potrebbe essere quella di riproporre l’ex giallorosso Eldor Shomurodov, calciatore rapido nelle due fasi che partendo da una posizione centrale è bravo ad attaccare la linea difensiva centralmente, con dei tagli o movimenti “fuori linea”, infilandosi in uno dei due corridoi. La difesa brianzola è formata da calciatori quali Izzo, Pablo Mari e Caldirola, ottimi nel tenere la linea a tre ordinata, forti fisicamente, ma lenti nei movimenti, quindi attaccati in spazi larghi molto vulnerabili. Affiancare Shomurodov a due esterni offensivi, veloci di gambe e di testa come Gyasi, Verde o Agudelo, potrebbe essere più di una soluzione. Il Monza gioca con un 3-4-2-1 molto moderno, gli piace palleggiare, esercitare un possesso palla dal basso, attaccare a pieno organico, ma gli esterni Ciurria e Carlos Augusto non hanno nel loro dna una fase difensiva corretta. Lo Spezia deve fare densità, non dare troppo spazio tra le linee ad elementi del calibro di Pessina e Caprari e colpire negli spazi sul lato debole degli avversari, sugli esterni della linea a tre davanti a Di Gregorio costretta ad andare uno contro uno contro il tridente spezzino.