Scherzi del calendario? O cabala tutta da giocare? La sostanza è più semplice: domani lo Spezia torna a Bergamo, proprio là dove tutta questa brutta situazione è cominciata. Perché il pessimo tunnel in cui le Aquile si sono infilate ha avuto origine proprio a metà gennaio, in quello sciagurato match di Coppa Italia vinto 5-2 dalla Dea. Fino ad allora con Gotti in panchina le Aquile veleggiavano in zona tranquilla sulle ultime tre posizioni, reduci dalla vittoria sul Verona prima della pausa Mondiale e con 5 punti in tre gare al rientro a gennaio: il pari ancora con l’Atalanta (più una vittoria buttata), quello con il Lecce il successo a Torino, ancor oggi l’ultimo lontano da casa.
Momento no
E proprio al Gewiss cominciarono i problemi. Gotti decise di far giocare Holm e Nzola, che da lì a poco si sarebbero infortunati lasciando i compagni in netta difficoltà, cominciando ad adombrare dubbi sulla sua gestione. Proprio da quella partita, costata eliminazione e critiche al tecnico (esonerato non molto tempo dopo) è cominciata un’escalation nefasta per i bianchi, che oggi si ritrovano agganciati dal Verona e da un risultato che può ancora dare motivazioni per la salvezza. Contro l’Atalanta, ma al Picco, fu anche la prima di Semplici da spettatore delle Aquile, giusto per non farci mancare nulla.
Da Bergamo a… Bergamo
E ora, a distanza di tre mesi e mezzo dall’ultima volta, lo Spezia tornerà al Gewiss per giocare di nuovo con la Dea, in una partita fondamentale per la salvezza. Il cliente è fra i più ostici possibili nonostante un rendimento casalingo decisamente altalenante, ma se le storie hanno un fondo di romanticismo chissà che non sia proprio la chiusura di quel cerchio aperto a inizio anno 2023 e che potrebbe davvero andarsi a chiudere. Con una salvezza tutta da conquistare.