«Non nego di essermi arrabbiato per gli sfottò di Sarri verso di noi, ma non ho mai sputato a nessuno in vita mia, è una cosa che detesto anche per la strada figuriamoci allo stadio». A Mario, supertifoso over 60 delle Aquile da tutta una vita lo Spezia Calcio, a firma dell’ad Tella ha recapitato in settimana una “Comunicazione di non gradimento”, una sorta di Daspo non emesso però da qualche autorità ma dalla società stessa, con inibizione all’ingresso delle partite casalinghe delle Aquile fino al 31 dicembre prossimo. Nella missiva si rimprovera a Mario, per tutti “Marietto”, storico componente del gruppo di tifosi “Sonà” posizionati in gradinata dietro la panchina ospite che per protesta hanno rovesciato lo striscione prima di Spezia-Milan – “un comportamento violento e irriguardoso nei confronti dei componenti della panchina ospite, contrari ai principi di correttezza e probità, che sono valsi allo Spezia richiami e sanzioni da parte degli organi federali”. Il tutto ai sensi del “Codice di regolamentazione della cessione dei titoli di accesso alle manifestazioni calcistiche”.
Cosa è successo
Ma riavvolgiamo con Mario il nastro alla sera del 14 aprile al Picco, agli ultimi minuti di gara della sfida vinta dalla Lazio per 3 a 0: “Al terzo gol di Marcos Antonio all’89’ Sarri si è voltato verso di noi, ha fatto il segno 3 con la mano e ci ha detto «a casa» a quel punto ci siamo catapultati verso la balaustra in gran numero, ammetto di avere sferrato qualche pugno sulla pensilina che copre la panchina e di aver schivato alcune bottigliette d’acqua lanciate dalla medesima panchina laziale, ma è finita lì. Non ho sputato a nessuno, non ho aggredito nessuno, ho solo reagito in modo forse un pò eccessivo allo sfottò del tecnico laziale”. Probabile che oltre a Marietto, il “Daspo in house” abbia raggiunto qualche altro tifoso, immortalato dalle telecamere. Del resto lo stesso Sarri nel dopo gara aveva minimizzato con ironia: «Dietro la panchina ospiti non ci sono oxfordiani, è sempre impegnativo arrivare al 90′ con quei pazzi scatenati dietro ma giocare a Spezia mi è sempre piaciuto, c’è un ambiente tosto e caldo. Fa piacere giocare qui, ci sono sempre venuto volentieri», anche se nei giorni successivi aveva richiamato l’attenzione dei media nazionali sulle intemperanze dei tifosi spezzini.
La conclusione di Mario
«Sentirò l’avvocato Massimo Lombardi per capire se ci sono gli estremi per presentare le mie giustificazioni. Non smetterò certo di tifare Aquile se non mi faranno entrare al Picco, anzi: ho già comprato il biglietto del treno per Lecce, in attesa che aprano la prevendita». Perché Mario, come scrive Il Secolo XIX, non è un tifoso da divano ma un appassionato che segue ovunque le Aquile, non a caso figura come testimonial sulle pagine social dello Spezia ed ha ricevuto numerosi attestati di solidarietà sia dalla Ferrovia che dal Bullone. «Sabato – ricorda – ero troppo arrabbiato per vederla in tv, passavo in scooter in viale Fieschi proprio quando Wisniewski ha sbloccato il risultato, il boato della Ferrovia e l’emozione per poco mi facevano cadere per terra».
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probabilmente anche a me mi hanno negato i biglietti e mandato una raccomandata, ovviamente metterò mano ai miei legali visto che seguo lo spezia da 56 anni anche in trasferte caldissime e mai ho avuto problemi