Il sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini, in seguito all’articolo di Tuttosport relativo a Spezia-Torino, ha deciso di inviare una lettera al giornale, in cui sottolinea come generalizzare non sia giusto nei confronti dell’intera comunità e di come soprattutto la città abbia preso le distanze dal comportamento dei tifosi nei Distinti, settore chiuso per un turno dopo quella partita.
La lettera integrale
Egregio direttore,
ho letto con profonda tristezza ed amarezza il titolo pubblicato domenica 29 maggio sul Suo giornale a commento della partita che la squadra di calcio della città della Spezia ha disputato contro il Torino lo scorso sabato.
Quel titolo ci offende e ci indigna come cittadini e come sportivi.
Non nascondiamo, anzi condanniamo fermamente senza esitazione, lo stupido episodio messo in atto da pochi soggetti durante lo svolgersi dell’incontro, ma deve essere chiaro a Lei e a tutti i suoi lettori che La Spezia non è una città razzista e gli spezzini non sono razzisti. La definizione utilizzata dalla sua testata invece tende a generalizzare ed accomunare pochi dal comportamento incedente ad un’intera comunità e questo non lo possiamo accettare.
Non basta e non basterà mai il gesto di qualche isolato per marchiare una città che ha fatto dell’accoglienza e del rispetto per tutti i propri valori storici, fondanti e innegabili.
La Spezia è una città dal grande cuore, dalla grande passione e non permettiamo a nessuno di metterlo in dubbio.
Lo abbiamo sempre dimostrato nella nostra storia, lo dimostreremo domani, senza mai timore di smentita!
Noi siamo la città che nei testi della shoah è chiamata la Porta di Sion, siamo Medaglia d’Oro al Valor Civile, Argento al Valor Militare e la nostra provincia è Medaglia d’Oro al Valor Militare per ciò che gli spezzini fecero nei giorni terribili della Seconda Guerra Mondiale, ma siamo anche la città che vive da decenni un’esperienza multiculturale e multietnica importante, tanto da poterne avere rappresentatività in consiglio comunale nei banchi della maggioranza.
Quel titolo pubblicato dal Suo quotidiano, tanto ingiusto quanto offensivo, non rispecchia e fortunatamente non rispecchierà mai chi sono gli spezzini. Non serve, ovviamente, aggiungere che quel gesto isolato a cui il vostro articolo si riferisce è stato immediatamente disconosciuto dalla nostra comunità. Per tutti noi parla la nostra quotidianità e la nostra storia.
Resta il rammarico di un’etichetta che la sua testata ha voluto affibbiarci nella quale non ci riconosciamo e non ci riconosceremo mai. Con l’augurio che Lei possa risponderci pubblicamente dalle pagine del Suo giornale, pubblicando anche questa mia, Le porgo i saluti a nome di una città che spero Lei possa visitare quanto prima.
ho letto con profonda tristezza ed amarezza il titolo pubblicato domenica 29 maggio sul Suo giornale a commento della partita che la squadra di calcio della città della Spezia ha disputato contro il Torino lo scorso sabato.
Quel titolo ci offende e ci indigna come cittadini e come sportivi.
Non nascondiamo, anzi condanniamo fermamente senza esitazione, lo stupido episodio messo in atto da pochi soggetti durante lo svolgersi dell’incontro, ma deve essere chiaro a Lei e a tutti i suoi lettori che La Spezia non è una città razzista e gli spezzini non sono razzisti. La definizione utilizzata dalla sua testata invece tende a generalizzare ed accomunare pochi dal comportamento incedente ad un’intera comunità e questo non lo possiamo accettare.
Non basta e non basterà mai il gesto di qualche isolato per marchiare una città che ha fatto dell’accoglienza e del rispetto per tutti i propri valori storici, fondanti e innegabili.
La Spezia è una città dal grande cuore, dalla grande passione e non permettiamo a nessuno di metterlo in dubbio.
Lo abbiamo sempre dimostrato nella nostra storia, lo dimostreremo domani, senza mai timore di smentita!
Noi siamo la città che nei testi della shoah è chiamata la Porta di Sion, siamo Medaglia d’Oro al Valor Civile, Argento al Valor Militare e la nostra provincia è Medaglia d’Oro al Valor Militare per ciò che gli spezzini fecero nei giorni terribili della Seconda Guerra Mondiale, ma siamo anche la città che vive da decenni un’esperienza multiculturale e multietnica importante, tanto da poterne avere rappresentatività in consiglio comunale nei banchi della maggioranza.
Quel titolo pubblicato dal Suo quotidiano, tanto ingiusto quanto offensivo, non rispecchia e fortunatamente non rispecchierà mai chi sono gli spezzini. Non serve, ovviamente, aggiungere che quel gesto isolato a cui il vostro articolo si riferisce è stato immediatamente disconosciuto dalla nostra comunità. Per tutti noi parla la nostra quotidianità e la nostra storia.
Resta il rammarico di un’etichetta che la sua testata ha voluto affibbiarci nella quale non ci riconosciamo e non ci riconosceremo mai. Con l’augurio che Lei possa risponderci pubblicamente dalle pagine del Suo giornale, pubblicando anche questa mia, Le porgo i saluti a nome di una città che spero Lei possa visitare quanto prima.
Il sindaco
Pierluigi Peracchini
Pierluigi Peracchini
Giusta risposta ad un giornale che ha dimostrato spero solo superficialità nel pubblicare un titolo tanto offensivo nei confronti di tutta una comunità. Questo giornale dimostra di essere condotto da giornalai (con tutto rispetto per gli edicolanti) e sarebbe da parte loro doveroso pubblicare non solo la lettera del sindaco ma delle scuse in prima pagina. Non penso lo faranno forse se gli assicurassimo la vendita di qualche migliaia di copie potrebbero cambiare idea.