10 Dicembre 2020 - 15:00

Figoli a SP: “Vignali, Bastoni, Maggiore, sogno anch’io l’esordio con lo Spezia. Questo gruppo è magico”

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Sogno un giorno di esordire anche io con quella maglia, quella della mia città“. Anche se non possiamo vederlo, si sente che dall’altro capo del telefono brillano gli occhi a Matteo Figoli, che la maglia bianca la sente cucita addosso nonostante la giovanissima età. Spezzino, di Sarzana, all’alba dei vent’anni, una vita calcistica davanti. E un sacco in spalla di desideri, speranze e ambizioni grandi così, da vivere tutto d’un fiato. E una prima volta solo sfiorata in B, quando con Marino fu spesso portato in panchina senza mai trovare il campo. Poi il prestito in C alla Pianese per un’annata da protagonista prima della nuova esperienza con i gialloblu della Pergolettese: già oltre 700 minuti giocati, sempre in campo fin qui. La nostra redazione ha contattato in esclusiva il centrocampista classe 2000 di proprietà dello Spezia per farsi raccontare come sta vivendo la prima in A dei compagni “senior”, ma anche le sue sensazioni e ambizioni.

Una stagione particolare, complicata. Come sta vivendo questa nuova avventura in C con la Pergolettese?

La partenza era stata piuttosto buona, con Contini abbiamo ottenuto ottimi risultati. Poi il tecnico si è dimesso per delle divergenze con la società e con l’avvento del nuovo allenatore De Paola c’è stato bisogno di ripartire un po’ da zero. I risultati ne hanno purtroppo risentito, abbiamo avuto anche diversi rinvii e spesso ci siamo trovati a giocare tante partite in pochi giorni. Ora con una settimana intera di lavoro abbiamo finalmente potuto prepararci al meglio e il 2-1 di Carrara lo dimostra: una bella vittoria contro una squadra forte che per me, da spezzino, non può che valere doppio (ride n.d.r.). Sicuramente, al di là del campionato, siamo in una stagione anomala e complicata. In più Spezia mi manca, quest’anno spesso non sono riuscito a tornare dai miei affetti che sono lontani. Mi mancano il mare, le belle giornate e il clima. 

Sta giocando con frequenza, da titolare. Non male come biglietto da visita per un ragazzo di 20 anni…

All’inizio dell’anno abbiamo fatto la scelta giusta di andare a giocare con una certa continuità. Sto bene fisicamente e sono contento: siamo una squadra che gioca bene e abbiamo fatto buone prestazioni. Potevamo avere qualche punto in più, ma la stagione è ancora lunga.

Inevitabile che il cuore dica Spezia, per proprietà e appartenenza: ci racconta le sue sensazioni sulla storica promozione in A delle Aquile?

L’ho vissuta alla tv, quando abbiamo vinto la semifinale sono andato allo stadio per seguire la partita da vicino. Anche la mia famiglia è tifosa sfegatata, sentivamo le partite come se stessimo giocando. Dispiace solo che in un momento così bello e importante non ci siano i tifosi e non si possa giocare al Picco. Ho visto tante partite dello Spezia: questa squadra gioca veramente bene e sta riuscendo a mettere sotto qualsiasi avversario. Chi se lo sarebbe aspettato…

Merito anche di un condottiero come Vincenzo Italiano.

Non ho avuto modo di conoscerlo di persona, ma sinceramente mi sembra veramente un grande allenatore. Basta poco per capirlo: questa è una squadra con pochi giocatori di esperienza per la A. Andarsela a giocare alla pari con squadre come Lazio, Atalanta, Fiorentina, Bologna in Coppa e addirittura metterle sotto a tratti significa che c’è qualcosa di magico in questo gruppo.

Fra pochi giorni (il 17 dicembre n.d.r.) sarà il suo ventesimo compleanno. Che regalo desidererebbe? Qual è il suo sogno nel cassetto?

Mi piacerebbe finire alla grande questa stagione in C naturalmente. Ma il mio sogno più grande sarebbe esordire con quella maglia: la maglia dello Spezia. È difficile, c’è tanta concorrenza e so che tutto non potrà venire subito. Se dovrò fare un’altra esperienza in prestito sarò pronto a rimettermi in gioco senza problemi. Servirà per migliorarmi, per fare ancora meglio rispetto a quanto sto facendo quest’anno e poi magari potrò giocarmi le mie carte per vestirla davvero.

Anche perché ben tre ragazzi del settore giovanile sono in A a giocarsi le loro carte. Che effetto le fa da spezzino?

È uno stimolo immenso, che ti spinge a fare qualcosa in più. Il fatto di vedere in A tre ragazzi che hanno fatto parte come me del settore giovanile dà speranza anche a tutti gli altri. E poi, conoscendoli, lo posso dire: oltre che forti sono ragazzi d’oro. Domenica ho incontrato Vignali, ci ho parlato ed è un piacere doppio il vederli fare bene. Se hanno realizzato di essere in A? Non ancora, sono solo tanti felici. 

E lei? A chi si ispira nel suo ruolo? Chi è il calciatore che le fa battere il cuore?

Anche se non ha le mie caratteristiche il mio idolo è sempre stato Busquets. Adoro quel suo modo di giocare sempre a un tocco, pulitissimo, un tipo di giocatore che mi ha sempre fatto impazzire. Peccato che siamo profondamente diversi (ride n.d.r.).

Lo Spezia sta ricevendo elogi per il suo gioco e la sua capacità di stare in campo. Ma basterà questo per salvarsi o servirà altro?

Ritengo che l’unica via sia quella del gioco. Quando si affrontano squadre esperte l’unico modo per non partire sconfitti è provare ad affrontare la partita meglio di loro. Da quello che ho potuto vedere finora questo gruppo ce la può fare ampiamente a centrare l’obiettivo salvezza. Sarebbe un’altra grandissima impresa. 

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