Un altro punto a favore della nuova Sampdoria. Come scrive Tuttosport, è arrivata la bocciatura del ricorso dell’ex presidente Massimo Ferrero – che aveva chiesto al Tribunale delle Imprese di inibire al club futuri aumenti di capitale per ottenere i pagamenti dei concordati di Eleven Finance e Farvem – che legittima ulteriormente il passaggio di proprietà nelle mani di Andrea Radrizzani e Matteo Manfredi dopo l’accordo del 30 maggio. Un ricorso che «non risulta fondato» e che secondo l’ordinanza del giudice Gibelli non è accoglibile «per l’effetto dannoso per la società». E ancora: «La cessione non appare quindi invalida. Ove invalida al più potrebbe essere annullabile per un dato del tutto interno a Sport Spettacolo Holding ovvero il dissidio dei soci. Si tratta di un dato che non vi è alcuna prova che né la Sampdoria né Blucerchiati srl potessero apprezzare. Come detto se la cessione della prelazione è valida non vi è alcun fumus bonis iuris».
In buona sostanza, il giudice dà forza anche alla scelta dell’ex amministratore di Ssh, Massimo Ienca (anche segretario della Sampdoria), di dare l’ok a un aumento di capitale da 6 milioni che fu decisivo per evitare il fallimento del club nell’assemblea degli azionisti del 16 giugno. Entro 15 giorni Ferrero presenterà reclamo, anche se la vicenda non si chiude qui, ma intanto Radrizzani e soprattutto Manfredi – l’uomo che più di tutti segue le vicende societarie – incassano un punto pesante. Fuori dal cda Alberto Bosco, che resta comunque direttore operativo del club e incassa la «rinnovata fiducia della nuova proprietà», come si legge in una nota. Bosco è coinvolto nel triplo filone d’indagine della Procura di Genova (plusvalenze, fondi Sace e malversazione) che tira in ballo la precedente gestione Ferrero. Nelle carte dell’inchiesta anche i 62 milioni di fondi Sace (garantiti dallo stato per l’emergenza covid) che secondo l’accusa sarebbero stati dirottati dalla Sampdoria ad altre società dell’universo Ferrero.