Vi proponiamo un estratto dell’approfondimento di Paolo Ardito questa mattina su Il Secolo XIX a seguito della gara del Druso di Bolzano e del 3-3 pirotecnico della prima giornata di campionato:
Dallo stadio Olimpico di Roma, ultima trasferta in Serie A, al Druso di Bolzano, per l’esordio in B. Il tonfo è assordante. Stordente come la clamorosa rimonta del Sudtirol che, in pieno recupero, nega allo Spezia una vittoria che sembrava già scritta e avrebbe fatto classifica e morale. Invece la squadra di Massimiliano Alvini è lì, in un angolo, a leccarsi le ferite per un risultato inspiegabile. Rocambolesco. Tre gol rimontati in sequenza e subiti come polli in batteria. Eppure lo Spezia è apparso nettamente più forte dell’avversario, più organizzato e sostenuto dalla vecchia guardia apparsa in buona condizione. D’accordo l’arbitraggio, molto discutibile in più circostanze, ma la squadra deve calarsi meglio in questa categoria, sempre imprevedibile e agonisticamente tosta. Qua non bastano soltanto le giocate e i numeri. Ci vuole anche il temperamento e un po’ più d’astuzia. E lo Spezia è caduto nella trappola del Sutirol, squadra che specula sull’errore dell’avversario e lo attende nella propria metacampo senza mai scoprirsi. Le idee di Massimiliano Alvini sono buone, votate allo spettacolo, ma ci sono aspetti da rivedere, altrimenti la corsa si mette subito in salita. E non è davvero la stagione giusta per distrarsi.
LE NOSTRE PAGELLE DEL MATCH
ALVINI: “UN 3-3 AL DRUSO POSITIVO, MA NOI TROPPO SUPERFICIALI”
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