Si avvicina l’esordio di Luciano Spalletti sulla panchina della Nazionale italiana. Per l’occasione, Repubblica ha intervistato Marco Guerra e Andrea Stabile, suoi compagni di squadra sia all’Entella che allo Spezia. Dopo il trasferimento proprio dalla squadra di Chiavari alle Aquile, Ventura scelse di portare in riva al Golfo dei Poeti i suoi ex giocatori.
Io con Luciano – ricorda Stabile – oltre all’anno di Chiavari, ho fatto poi quattro campionati a Spezia ed uno a Viareggio. Ci fu la famosa sfida di Coppa Italia tra lo Spezia e il Napoli di Maradona. Fu proprio Stabile a marcare Diego che – racconta Guerra – alla terza maglietta strappata gli disse: adesso però non ne abbiamo più. Maradona si sedette in panchina e il massaggiatore, il famoso Carmando, dovette correre negli spogliatoi a recuperane una perché con la maglietta strappata non voleva giocare. A Spalletti toccò invece Careca e non ce la cavammo male, se il Napoli vinse solo 3 a 1.
Ai tempi della militanza nello Spezia, Spalletti andò a vivere a Lerici: prima alla Piana degli Ulivi, mentre in seguito alla Baia Blu. Una scelta diversa rispetto ai tempi di Chiavari, in cui faceva avanti e indietro con Certaldo perché aiutava il padre e il fratello nel mobilificio di famiglia. Come raccontano Guerra e Stabile nel prosieguo dell’intervista.
Una volta arrivò col camioncino con la scritta Mobilificio Trio e un divano che doveva consegnare sulla strada del ritorno. I primi mesi allo Spezia dividevamo lo stesso appartamento. Luciano è estroverso e di compagnia. Chi sostiene il contrario non lo conosce bene. Faceva il bagno anche d’inverno. Andava con gli ultras a prendere le onde e poi si facevano un piatto di pasta. Andava pazzo per gli spaghetti ai datteri di mare che faceva Antonio alla Marina di Portovenere. Ma lui la pasta non la vuole al dente, gli piace praticamente cruda. Con noi ex Spezia e Viareggio ha conservato un rapporto splendido, quando era con il Napoli in ritiro a Dimaro sono andato a fargli gli auguri. E ha vinto lo scudetto.