Nove ultras del Livorno sono finiti a processo ieri mattina presso il tribunale della Spezia dopo gli scontri avvenuti durante la partita con lo Spezia allo stadio Picco con gli aquilotti vincitori con il risultato di 3-0. Durante la gara, disputata il 27 febbraio 2019, erano avvenuti duri scontri in curva Piscina tra la polizia e i tifosi toscani. Ieri mattina, come scrive Il Secolo XIX, davanti al gup Mario De Bellis, gli avvocati degli imputati hanno concordato con il pubblico ministero Alessandra Conforti due patteggiamenti e sette riti abbreviati. La sentenza, a carico dei nove tifosi livornesi, avrà luogo il 16 gennaio 2024. I nove sostenitori amaranto, individuati attraverso le telecamere e incrociando i dati della questura di Livorno, devono rispondere a vario titolo di reati che vanno da resistenza a pubblico ufficiale a lesioni personali aggravate, da travisamento fino al reato di discriminazione razziale. Quest’ultima accusa riguarda un solo tifoso toscano che aveva insultato uno steward per il colore della pelle. Per tutti è stato avviato anche l’iter per il Daspo.
Un bilancio pesante
Il bilancio alla fine della partita fu pesante: otto poliziotti e quattro steward avevano subito lesioni, con referti di guarigione fino a venti giorni di prognosi. La violenta aggressione fu causata il 27 febbraio di quattro anni fa dal fatto che circa 200 tifosi del Livorno arrivarono in Liguria senza biglietto. Gli agenti della Digos, diretti da Gianluca Cariola, sapevano che del gruppo faceva parte anche la frangia più violenta del tifo livornese. La polizia riuscì a intercettare auto e pullman nei pressi dello svincolo dei Boschetti e costrinse i tifosi ad acquistare i biglietti e infine li scortarono fino allo stadio. Nel frattempo, però, il match era già iniziato, con i tifosi livornesi apparsi molto nervosi, tanto che si avvicinarono agli steward e cominciarono una discussione che finì poi malissimo: nel settore ospiti entrarono i poliziotti del reparto mobile e lo scontro fu inevitabile.
La decisione del giudice
Il giudice De Bellis, durante l’ultima udienza preliminare, aveva rispedito al mittente la richiesta dei tifosi toscani che avrebbe voluto estinguere i reati contestati con una “messa alla prova”, ovvero con un programma di lavori di pubblica utilità. Il gup aveva spiegato che le ipotesi d’accusa erano troppo gravi per concedere la “messa alla prova”: uno stewart riportò, durante i disordini, una ferita alla testa. Di conseguenza la difesa ha chiesto e ottenuto che ogni imputato venisse interrogato per chiarire la propria posizione.