L’ex difensore aquilotto Antonio Sassarini ha indossato la maglia bianca con onore dal 1976 al 1981 totalizzando ben 110 presenze con lo Spezia. Un legame rimasto tuttora molto forte, tanto che grazie al suo carattere determinato e grintoso ha saputo farsi apprezzare dal popolo bianco. Il suo amore per lo Spezia non si è mai spento e ora continua a seguire con passione le gesta della squadra. La redazione di Spezia1906.com lo ha contattato in esclusiva per avere una sua opinione sulla squadra di Alvini che sta affrontando il campionato di Serie B. Per gli aquilotti non un inizio brillante, dato che hanno raccolto solo due punti in sei gare.
Secondo lei dopo il pareggio ottenuto con il Brescia è importante proseguire con Alvini?
Io proseguirei con Alvini, perché non credo che le colpe siano tutte sue se le cose non procedono bene. Anche se venisse un altro allenatore avrebbe comunque il solito problema di avere a disposizione una rosa incompleta. Il danno è stato fatto e chi lo ha fatto dovrebbe pagare.
Secondo lei il pareggio rimediato con il Brescia può essere considerato un punto da cui ripartire?
Secondo me no, solo se arriverà una vittoria contro la Feralpisalò allora si potrà parlare di rinascita.
Cosa ne pensa della sfida pareggiata con il Brescia?
Il Brescia secondo me non ha osato molto. Contro di loro il pareggio lo possono ottenere anche altre squadre perché mi è parsa una squadra rinunciataria. A un certo punto si è visto un po’ più di gioco, ma sia in attacco e sia in difesa lo Spezia è carente. Dietro bisogna ringraziare Bertola che sta dimostrando di essere uno dei migliori. Per il resto abbiamo un buon centrocampo, ha giocato Ekdal che ha molta esperienza e anche Bandinelli non si discute, è molto bravo: ma in mezzo non si può sopperire alle carenze che emergono in attacco e in difesa. Poi lo Spezia è troppo facilmente perforabile, mentre in avanti da parte di Moro mi sarei aspettato qualcosa in più.
Secondo lei quale può essere la ricetta per uscire dalla crisi?
Bisogna compattarsi, non può accadere che ognuno giochi per conto suo. Quando ognuno gioca per sé significa che non c’è gruppo e questo non è un buon presupposto per andare avanti. Lì allora deve essere bravo l’allenatore, bisogna assolutamente capire che è necessario fare gruppo e giocare tutti verso un unico obiettivo.
Cosa ne pensa del 3-5-2, può essere il modulo giusto per lo Spezia?
Se Alvini ha i giocatori per fare il 3-5-2 è giusto che provi ad utilizzarlo. Con il Brescia ha voluto giocare un po’ più coperto e infatti è la prima volta in questo campionato che non ha subìto gol.
Secondo lei quanto sarà importante tornare a giocare al Picco?
Secondo me tornare a giocare tra le mura di casa sarà un fattore molto importante perché si potrà contare sulla spinta del pubblico, qualcosa di imprescindibile per questa squadra.