Decise quella partita, lo fece con una qualità poche volte vista a Spezia. E Massimiliano in quell’occasione una mano (grande) la diede davvero al Picco gremito. Un amore mai sopito quello per le Aquile, che anche da Como (dove è subentrato in panchina) è rimasto forte e chiaro. In una chiacchierata con Il Secolo XIX, l’ex 11 bianco ha ripercorso il significato di Spezia-Genoa: “una gara bellissima e antica, un derby che non potrà vivere della gente attorno. Bellissimo però che si giochi in A perché lo Spezia merita di starci“. Bicchiere mezzo pieno anche sui risultati, il tempo c’è per fare bene e questa squadra secondo Max ha un’identità chiara in uno dei migliori campionati europei.
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Da ex bomber non può mancare il riferimento a chi ha fatto le sue veci: “Nzola è alla prima stagione in A, ha trovato il gol con continuità, si è fatto un grande lavoro. Anche Galabinov (prima dell’infortunio) e Piccoli stanno rendendo bene“. Con la speranza di parte bianca che la magica giornata del 6 aprile 2006 si possa in parte rivivere. Di sicuro Guidetti la ricorda bene: “La storia di quella partita non si può cancellare, è leggendaria. Ricorderò sempre la preparazione della gara, l’attesa, i giorni prima, chi si batté per farla giocare al Picco. Quando arrivammo al fischio iniziale si era già tutto compiuto“.