8 Dicembre 2023 - 15:00

Lupo a SP: “Esposito si riprenderà, ora serve fare piccoli passi. Spezia? Se mi chiamasse…”

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Ascoli-Spezia è gara quasi da ultima spiaggia per entrambe, al tramonto di un girone di andata che ha portato più dolori che gioie nelle Marche e in Liguria. Dal Del Duca sono pronti a suonare la carica a oltranza, mentre D’Angelo non ha usato mezze misure nell’esprimere quello che dovrà essere l’atteggiamento in campo. A partire da Salvatore Esposito, che con il Parma sembra essere tornato sui suoi livelli, per concludere con l’attacco, in questo momento vero malus delle Aquile in attesa del mercato di gennaio. La nostra redazione ha chiesto in esclusiva un pensiero al direttore sportivo Fabio Lupo, che ad Ascoli ha lavorato e che ha coordinato la cessione del centrocampista napoletano allo Spezia dalla Spal, in cui è stato fino al marzo scorso.

Iniziamo subito dalla partita, che vede di fronte due squadre decisamente in difficoltà.

Sì, è diventata la peculiarità della B quella di regalare sempre sorprese sia in positivo che in negativo. Negli ultimi anni tanti pronostici estivi vengono sovvertiti dai risultati del campo e Ascoli e Spezia ne stanno pagando lo scotto ma non solo loro. Tutte e due sono in difficoltà: è strano per gli organici che hanno a disposizione, ma sono situazioni compatibili con l’imprevedibilità del campionato.

Come si esce da un periodo così a quattro gare dal giro di boa?

Bisogna avere la capacità di non guardare a medio-lungo termine ma pensare di partita in partita. Con l’equilibrio che c’è, in B si può vincere o perdere contro chiunque a differenza della A. Credo che in questo momento sia molto importante riuscire a isolare per quanto possibile la squadra dalle voci di mercato e possono essere elementi di disturbo.

A proposito di mercato. Gennaio si avvicina, cosa deve fare secondo lei lo Spezia?

Guardando le ultime partite credo che sia un buon organico quello a disposizione di D’Angelo. Non merita quella posizione di classifica e in questo momento conta anche la lettura fatta dall’interno: a volte il mercato di gennaio è fatto di piccoli ritocchi ma fondamentali e solo chi sta all’interno può rendersi conto davvero individuando i veri problemi.

Lei ha curato il trasferimento di Salvatore Esposito dalla Spal allo Spezia. Conoscendo il ragazzo, si aspettava questo momento di difficoltà? Si riprenderà?

Conosco ovviamente molto bene il calciatore, credo che la retrocessione sia stata una bella botta per tutti e lo vedo anche in altri protagonisti che fanno fatica. Adattarsi alla B non è facile e Salvatore era venuto alla Spezia con grandissimo entusiasmo pensando di costruire un progetto in quel club in A. È inevitabile che la delusione abbia avuto ripercussioni, però l’ho visto molto in ripresa e contro il Parma mi è davvero piaciuto, come tutta la squadra che con D’Angelo mi pare più solida.

Giocare in squadra con Pio aiuta?

Sì, può aiutare, magari ci si dicono delle cose che con gli altri compagni non si possono dire (ride n.d.r.). Può essere importante l’intesa anche fuori dal campo. Non conosco Pio, ma Salvatore è un ragazzo di grandissima personalità e in questo momento difficile non si tira indietro. Può avere problemi di rendimento, ma onorerà sempre la maglia e sono convinto che contribuirà attivamente alla risalita dello Spezia.

Anche lei a Ferrara ha dovuto rapportarsi con una proprietà americana di Tacopina. I tifosi hanno difficoltà nel leggere il modo di agire di imprenditori che intendono il calcio diversamente da noi. È davvero così complicato?

Il grande ruolo di mediazione spetta ai dirigenti, vero collante fra proprietà e tifoseria. Si fa fatica a far passare certi concetti e metodologie. Chi vive la quotidianità deve avere la capacità di veicolare un messaggio nella maniera giusta.

Il Del Duca è un vero e proprio tabù per le Aquile. Che cosa lo rende così inespugnabile?

Ascoli è una realtà che conta su una tifoseria appassionata e vive la squadra come qualcosa di importante. È sempre un campo difficile per tutti, il tifoso ascolano è caldo e ha la capacità di incitare la squadra per 90′, facendo tutt’uno con la squadra. Questa spesso è un’arma vincente.

D’Angelo e Castori sono subentrati entrambi. Che cosa possono dare entrambi?

Sono due grandi conoscitori della B in varie vesti e in varie realtà. Credo che entrambi saranno in grado di ridare equilibrio, forza e contestualizzare gli organici rispetto al campionato che dovranno fare. Non sono solo esperti, ma anche bravi ad adattarsi all’organico che hanno nel migliore dei modi.

Ci avviciniamo alla fine del girone di andata. Venezia e Parma sono le favorite per la promozione?

Per il percorso che stanno facendo sì, entrambe fanno anche un ottimo calcio. Pecchia e Vanoli stanno facendo un lavoro importante, mentre il Palermo è in ritardo per l’organico che ha. C’è ancora tutto un girone e il mercato che può cambiare degli equilibri. In questo momento per sviluppo di gioco e qualità Parma e Venezia stanno dimostrando di meritare la loro posizione.

La sorpresa è il Catanzaro?

Sì se guardiamo il fatto che una squadra neopromossa faccia un certo tipo di calcio in B, no se invece valutiamo che nelle ultime annate in B spesso chi è salito è diventato protagonista. Spesso c’è grande entusiasmo e ci sono piazze importanti, come il Bari l’anno scorso e il Südtirol. C’è continuità tecnica e questi ingredienti fanno sì che spesso chi viene dalla C possa fare campionati importanti. Quindi è una sorpresa per me, ma fino a un certo punto.

E lei direttore?

So che la nostra professione è particolare, capita di dover cambiare ma anche di saper attendere il momento giusto. Sicuramente non so dove, ma so quali modalità cerco per andare a lavorare. Voglio un club in cui possa dire la mia sempre con lo spirito di collaborazione e partecipazione giusti, in cui il mio operare possa essere incisivo.

E se la chiamasse lo Spezia?

Sarebbe una destinazione gradita per tante ragioni: tifoseria, campo, clima, in Liguria si sta bene. L’ultimo anno che ci sono stato ero alla Sampdoria e siamo andati in Serie A e significa che anche dal punto di vista scaramantico sarebbe bello (ride n.d.r.). Sarebbe una bella situazione. 

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