Frank Tsadjout è sì il primo nome sul taccuino dei dirigenti spezzini, ma l’attaccante si porta dietro qualche dubbio. In primis sulle sue caratteristiche: allo Spezia servirebbe una punta da area di rigore, mentre il 74 della Cremonese ha forse skills più simili a Pio Esposito. Come ricorda Il Secolo XIX, di Tsadjout allo Spezia ne iniziò a parlare Alvini, che lo volle anche a Cremona, anche se poi il giocatore fu più valorizzato da Ballardini. A Cremona sono convinti che allo Spezia piaccia, ma non avrebbero piena intenzione di lasciarlo andare. Se esce Tsadjout, serve un’entrata a Stroppa, e non è escluso che si possa sbloccare entro il 3 gennaio qualcosa. Da settimane è lui la prima scelta dello Spezia, uomo di movimento più che bomber.
Primo obiettivo di gennaio
Lo Spezia ha messo Tsadjout come primo obiettivo del mercato di gennaio, provando a definire anche prima della gara con il Como, ammesso e concesso che Frank recuperi dall’infortunio che lo blocca da ottobre. Uno di quegli attaccanti che piace agli allenatori, che si sacrifica tanto. Cresciuto a Perugia da genitori del Camerun, ha fatto tutta la trafila nelle giovanili del Milan, con i rossoneri che lo pescano dai dilettanti del Cassina De Pecchi. Il Milan ci crede a tratti, lo manda anche in Belgio allo Charleroi, poi Cittadella e Pordenone, e da li a campionato in corso all’Ascoli. Dicono che perfino Roberto Mancini, a un certo punto, abbia pensato di convocarlo in azzurro lo scorso anno. Ragazzo molto serio, con grande struttura, ma non un bomber, più un attaccante di movimento. Buon prospetto, che è stato nel mirino del Frosinone come della Salernitana. Alvini lo avrebbe voluto con lui fin da Perugia (non accettò il ragazzo) e lo impose a Cremona. Mancino, non è un Coda, gioca nei sedici metri più che nell’area piccola e viene molto incontro al centrocampo. Resta da capire la moneta di scambio richiesta da Cremona.