Contro lo Spezia si è regalato la prima panchina ufficiale al Como e allo stesso tempo un netto 4-0 sulle Aquile, ma Osian Roberts sa che la squadra può fare ancora meglio di così. E lo ha ribadito senza remore anche in un’intervista a La Gazzetta Dello Sport oggi in edicola, spiegando come funziona il suo metodo e come intende portarlo anche in riva al lago. Ecco alcuni estratti.
Le parole di Roberts
Nell’ultima gara ci sono state molte cose di cui essere contenti, in altre avremmo potuto fare meglio. I giocatori avevano le idee chiare su cosa voleva lo staff. È andata bene ma non vogliamo fermarci, c’è un percorso da seguire. L’impostazione? Chi è in campo decide. Vogliamo ragazzi che giochino a calcio, non robot. Noi suggeriamo soluzioni, quando essere pazienti o cambiare fronte, come creare spazi e giocarci dentro. Alla fine però vogliamo segnare presto. Se possiamo scegliere tra farlo dopo 5 passaggi o dopo 30 preferiamo la prima opzione. Possiamo migliorare nel possesso. Con lo Spezia abbiamo avuto il 50% ma vorremmo dominare di più la palla senza buttare via i punti di forza: sabato siamo stati bravi a velocizzare, a creare l’uno contro uno. In B ho visto tante partite con molti gol. E tecnici organizzati, squadre con un piano A e un piano B. E tutte sono competitive. Fabregas? Sarebbe sciocco non parlare con lui di come giocare, di quale giocatore sia più adatto a una determinata situazione. Ha vissuto la B e gli chiedo un sacco di cose: stadi, tifosi, identità delle squadre. Conosce lo spogliatoio, la mentalità. Ha una grande storia da giocatore ed è un buon allenatore. Nello staff ognuno ha una responsabilità, parliamo e poi decidiamo collettivamente.