Squadra in crescita, conti migliorati, ma salvezza problematica. Allo Spezia sono arrivati giocatori di valore dal mercato – in particolare spiccano Jagiello, Nagy, Mateju, Falcinelli –, che lo stesso mister D’Angelo ha riconosciuto importanti nell’economia della squadra. Però, come scrive La Nazione, è mancata la ciliegina sulla torta, ergo un attaccante da doppia cifra, fondamentale in un reparto che ha segnato la miseria di 20 gol, il peggiore del campionato. Ma con poche risorse a disposizione, prevalentemente derivanti dai risparmi sugli ingaggi dei giocatori ceduti, non era certo facile per l’area tecnica conseguire l’obiettivo di rafforzare il reparto avanzato.
Un rientro in attivo
I Platek, grazie ai proventi della cessione di Amian (3,5 milioni di euro) e a quelli possibili in futuro dalle vendite di Zurkowski (5 milioni di euro), Dragowski (2,5 milioni circa considerato il contributo alla Fiorentina), Holm (9 milioni) e Strelec (1 milione) se Empoli, Panathinaikos, Atalanta e Slovan Bratislava eserciteranno i rispettivi diritti di riscatto, si potrebbero ritrovare in cassa ben 17,5 milioni di euro. Di questi, 1,5 milioni di euro sono stati investiti per l’acquisto dall’Atalanta del 22enne Giuseppe Di Serio, in linea con la politica di puntare sui giovani per potenziali future plusvalenze. Una marchio di fabbrica della proprietà americana, che potrebbe essere anche condivisibile se, in passato, fosse stata coniugata con investimenti importanti e nei tempi giusti su giocatori di valore assoluto. L’esempio del bomber Coda, non ingaggiato la scorsa estate, è eloquente. C’è solo da mangiarsi le mani nel vedere il ruolino di marcia del partenopeo, saggiamente acquistato dalla Cremonese, che ha portato in dote alla formazione grigiorossa 11 gol e 2 assist.
Un mercato di riparazione salvabile
Il mercato di gennaio, con gli arrivi di alcuni giocatori navigati per la categoria, è l’ennesimo tentativo di salvare il salvabile dopo gli indirizzi sbagliati della scorsa estate. In primis, non sembra aver convinto l’aver puntato su Moro e Pio Esposito, due giocatori troppo inesperti per la categoria. L’auspicio è che in corrispondenza dei consolanti benefici sui conti, che contemplano anche l’abbassamento del monte ingaggi da 16,4 milioni di euro a 15,2 milioni, vi sia anche un’inversione della gravissima parabola discendente in atto negli ultimi tre anni, costata la retrocessione dalla Serie A e l’attuale penultimo posto in cadetteria.