Il Presidente della Lega B Mauro Balata è nuovamente intervenuto sul tema del rapporto tra coppe europee-mondiali e campionati nazionali. Lo ha fatto alla trasmissione radiofonica RAI “la politica nel pallone”, sollevando ancora una volta le problematiche che la rivoluzione delle coppe possa portare con sé ai danni dei campionati nazionali. E proprio oggi si è svolta anche un’assemblea tra i vertici della Lega Serie A, volta a stabilire il mantenimento del massimo campionato a 20 squadre o la riduzione a 18.
Le parole di Balata
“La posizione della Lega Serie B sulle riforme necessarie al sistema per modernizzarsi ed essere valorizzato è nota da tempo: fin dal 2021 ha approvato all’unanimità sia in Consiglio che in Assemblea il piano di riforma dei campionati allora trasmesso a tutte le componenti dal presidente della Figc Gabriele Gravina. Oggi siamo in attesa di conoscere i contenuti del nuovo piano di riforme in fase di elaborazione da parte della Figc e soltanto all’esito di questa conoscenza esprimeremo la nostra opinione, premesso che la Lega B ha già mandato alla Figc e a tutte le componenti un proprio documento dove sono sviluppate in modo strutturale tutta una serie di iniziative riformatrici che a nostro avviso potrebbero migliorare e modernizzare tutto il sistema calcistico italiano. Ma vorrei qui sottolineare un tema, secondo me, prioritario rispetto a quello delle riforme e riguarda l’avvio prossimo delle super nuove competizioni internazionali, Champions league allargato e Mondiale per club. Ecco qui è necessario notare come il rapporto fra queste mega competizioni e i campionati nazionali possano generare degli effetti negativi per i secondi. E’ evidente che in assenza di una corretta ridistribuzione delle risorse, anche in applicazione del principio solidaristico contenuto nei principi fondanti del diritto europeo dello sport e richiamato nella recente decisione di Corta Giustizia europea sul caso Superlega, si possano generare effetti negativi, addirittura devastanti, rispetto a quella che è la ricchezza generata all’interno dei campionati nazionali. Ciò potrebbe ripercuotersi sotto varie direttrici, in termini di investimento, di gettito fiscale e di investimento anche nelle dimensioni sociali che il calcio sviluppa.”