Torna a parlare Salvatore Esposito e lo fa in un’intervista a Il Secolo XIX, in cui traspare non solo la grinta e la voglia di salvezza ma anche la speranza di diventare prima o poi anche lui un simbolo per i tifosi, che spesso lo hanno preso di mira nei momenti difficili fra Serie A e B. “Magari non per simpatia, ma per impegno e risultati mi piacerebbe entrare nel cuore dei tifosi spezzini una volta per tutte” esordisce. Nonostante momenti complicati e prestazioni altalenanti, Esposito ha sempre visto il campo con Gotti, Semplici, Alvini e ora D’Angelo, che per lui ha spesso utilizzato parole importanti. “So di non essere simpatico a una parte della stampa e del pubblico, ma accetto le loro critiche, perché se non lo fossi vorrebbe dire che non sarei considerato un buon giocatore” spiega. Parte del gioco, dunque, anche se spesso si critica a prescindere: “Apprezzo se qualcuno si aspetta di più, per me è motivo di crescita. Sono rimasto dopo la retrocessione nonostante qualche richiesta, perché non ci sto ad andare via da perdente“.
Carattere
Salvatore viene da una famiglia che vive di pallone, con i fratelli Sebastiano e Pio anche loro calciatori, ma il primo pensiero è il divertimento oltre che lavoro, ma senza etichette: “Fa piacere sentir dire di essere un predestinato, non so dove arriverò in carriera ma ora penso solo a dare tutto per lo Spezia“. Intanto, a proposito di campo, l’arrivo di Nagy in squadra ha avuto un bell’impatto anche su di lui a livello tattico. “Un esempio di serietà – lo definisce – a me tecnicamente piace gestire la palla, penso di poter determinare la fase offensiva e l’impostazione“. Guardando alle caratteristiche, Esposito spiega come in campo si senta un po’ un “giovane vecchio, in grado di prendersi le giuste responsabilità con tecnica e personalità“. Tanti, naturalmente, gli aspetti in cui migliorare ed è normale a 22 anni, anche se le doti di leadership non mancano: “Ci sono tanti giocatori di personalità come Nikolaou, Vignali, Zoet, Verde, anche Bandinelli e Falcinelli, prendiamoci le nostre responsabilità“.
Obiettivo salvezza
Intanto c’è una salvezza da raggiungere in un campionato notoriamente difficile: “Abbiamo dalla nostra un condottiero come D’Angelo. Ci impegneremo seguendolo fino alla fine“. Il mantenimento della categoria è soltanto uno degli obiettivi immediati della carriera del centrocampista, ma il sogno nel cassetto è ancora più bello: “Giocare un giorno in A nella stessa squadra di Pio e Sebastiano. Una speranza anche di tutta la mia famiglia”.
Salvatore caro se tu non riesci a trasmettere simpatia,e lo riconosci, evidentemente dipende da te.
Detto ciò però ritengo che da tifoso e amante del calcio tu abbia delle ottime qualità,ed infatti il mister ti dà tanta fiducia e anche noi dobbiamo averne nei tuoi confronti.
Però visto che dici di sentirti un leader dello spogliatoio,di sentirti un giovane vecchio hai il dovere di lavorare sulla tua empatia,perché poi sulle doti tecniche non ti si può imputare di non averne.
Sui calcio d’angolo ad esempio dovresti lavorare per migliorarti.
Siamo corregionali per cui te lo dico con franchezza,da padre,molte critiche te le sei attirate da solo,ora però pensiamo a voltare pagina e a vivere con tenacia e serenità questa realtà che ci porta a lottare per la salvezza.
Buona vita e buon prosieguo qui a Spezia
Caro Salvatore sono uno tra quelli che ti ha criticato ma proprio perché intravedo in te grandi margini di miglioramento, secondo me dovresti credere di più nelle tue qualità soprattutto quando ti capita sulla trequarti di avere la possibilità prova il tiro perché ci hai già dimostrato di averlo, quello che traspare spesso (e non è solo rivolta a te la critica), é una mancanza di coraggio di provare la giocata il tiro. Osate di più! Forza ragazzi!