Un’intervista fatta di tanti ricordi quella de Il Secolo XIX verso Giampaolo Bonanni, 76 anni portati bene e una stoffa di calciatore che nessuno ha mai dimenticato. 414 presenze totali con la maglia dello Spezia, solo Osvaldo Motto può vantarne di più. Nella sua intervista, Bonanni ha iniziato a parlare degli Spezia-Ascoli giocati quando ancora si trovava in campo «Me le ricordo eccome, grandi partite, sentitissime, anche perché loro erano in quegli anni, uno squadrone. Erano gare che attiravano le grandi cornici di pubblico allo stadio». Ma che lui ha giocato tra il ’69 ed il ’71 un po’ da tutte le parti, una volta con l’8 dietro la schiena nel mezzo, poi da stopper ed infine da terzino destro: «Ero duttile, era una delle mie principali caratteristiche, con la corsa. Ma giocare contro i marchigiani di Mazzone in una serie C di altissimo livello, era complesso. Avevano fior di giocatori che acquistavano per tentare sempre la salita finché ce la fecero». Un giocatore che gli è rimasto particolarmente impresso è Campanini, che spesso ha punito lo Spezia. «Era un animale da area di rigore, lo perdevi un attimo e segnava. Ricordo sfide dove sembrava anonimo, non lo percepivi, sembrava non entrato in partita. Poi in un attimo arrivava il gol».
Tornando al presente
Bonanni spera che la partita di lunedì prossimo abbia il fascino di quelle che ho vissuto lui in passato. L’oggi parla di un gruppo di aquilotti che deve giocarsi ogni carta per tentare di salvarsi, con Spezia-Ascoli che è quasi uno spareggio per non retrocedere. Secondo Bonanni lo Spezia ha tutte le carte in regola per salvarsi, credendo che l’arrivo di D’Angelo in panchina abbia cambiato la storia, trasmettendo quella grinta che serve. «E poi la gente del Picco vuol vedere quasi solo quella. Si innamora di giocatori che lottano, non di gente scarsamente attaccata alla maglia o con la puzza sotto il naso. Il Picco te lo devi meritare». Questi ultimi anni li ha vissuto sempre da tifoso. «La serie A è stata bellissima, e vedere lo Spezia così in alto emoziona ancora. Poi è arrivata questa retrocessione che non ci si aspettava». Per Bonanni questo inizio di questo campionato è stato difficile, fatto magari di giocatori che non avevano assorbito la retrocessione. «È stato complicato secondo me ricostruire tutto. Devono giocarsi ogni partita lottando, portando dalla loro parte la gente sugli spalti. Io, come molti, alla salvezza credo ancora».