L’attaccante dello Spezia, Giuseppe Di Serio, capace di segnare due gol in soli 100 minuti dal suo arrivo allo Spezia nel mercato di gennaio, è entrato da vero attaccante nel cuore dei tifosi aquilotti. Poi, però, è arrivato l’infortunio contro il Bari, lo stop improvviso e il lento recupero. Questa la sua intervista rilasciata sulle colonne de Il Secolo XIX:
Non vedo l’ora di tornare in campo. Voglio dare il mio contributo allo Spezia per conquistare la salvezza. Sono alla quarta settimana di riabilitazione, mi sento bene ma lo staff medico è cauto per evitare il rischio di ricadute. Come è arrivato l’infortunio? Ho fatto un movimento innaturale in avanti e il muscolo è andato in iperestensione. Mai avuto un infortunio del genere in carriera. Come procede il recupero? Tra terapia, ecografie e corsette in campo. Aumento il carico giorno dopo giorno, infine c’è un report settimanale per monitorare i miglioramenti. Quanto tornerò in campo? Spero il prima possibile, ma non sono in grado di indicare una data precisa.
Sul suo momento allo Spezia
In famiglia il pallone è l’argomento principe, mio nonno Giuseppe era capitano del Taranto in serie C. Il mio gol in maglia bianca preferito? Quello in tuffo di testa su assist di Falcinelli. Se guardo a tutta la mia carriera, però, scelgo il gol che feci da fuori area contro il Parma di Gianluigi Buffon. Al tempo vestivo la maglia del Pordenone. Temere la retrocessione? Assolutamente no, e spiego il perché. Arrivai al Pordenone a gennaio con la squadra ormai condannata, ricordo che il presidente azzerò la rosa prendendo tutti ragazzini in prestito tra cui il sottoscritto. Poi la società retrocesse e fallì. L’anno dopo, a Perugia, fu diverso, e ci rimasi molto male perché a dieci turni dalla fine eravamo quindicesimi, fuori da ogni problema. Invece nel finale di stagione ci ritrovammo risucchiati fino a retrocedere. Se devo trovare un paragone con la situazione dello Spezia di oggi dico Venezia senza dubbio, capace di giocarsi i play-off per la Serie A malgrado una sofferenza in classifica per quasi tutto lo scorso campionato. La mia dote migliore? Penso la velocità in allungo palla al piede. Nelle ripartenze, in effetti, posso essere pericoloso. Ruolo preferito? Adoro giocare in un attacco a due punte, con un compagno dietro di me capace di legare più il gioco. Penso che in questo ruolo Falcinelli abbia le caratteristiche giuste, perché unisce tecnica ed esperienza ed è ottimo anche come assist man.
Dal rapporto con D’Angelo alla sua fonte di ispirazione
Rapporto con il mister? Positivo, lo seguivo già quando allenava il Pisa. All’ombra della torre giocava con due punte. Anche per quello non ho esitato quando mi è stato proposto lo Spezia come destinazione. A chi mi ispiro? Da tifoso milanista dico Filippo Inzaghi, che ho avuto come allenatore nel Benevento. Un ottimo giocatore e tecnico che mi ha dato un sacco di buoni consigli. Il mio futuro? Il club aquilotto è importante, l’ambiente spezzino è ottimo. Ho ritrovato anche alcuni ex compagni come Elia nel Benevento e Moro nella Under azzurra. Spero di fare bene con questa maglia.